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SECONDO INCONTRO DI FORMAZIONE SUL M.P.  MITIS DOMINUS JESUS

Il 22 febbraio 2017 in una gremita  Sala Imperiale del Palazzo Lateranense ha avuto luogo il secondo incontro di formazione organizzato dal Tribunale Ecclesiastico del Vicariato e dal Coetus Advocatorum, dal titolo “Prassi e sfide dopo l’entrata in vigore del M.P. Mitis Iudex e del Rescriptum del 7 dicembre 2015”. Tema della giornata "Il patrono ex officio, il patrono stabile e il patrono di fiducia. - L'honesta mercede dell'avvocato di fiducia".

              

Luci e ombre nel futuro dell’avvocatura ecclesiastica.

Mons. Baturi, Sottosegretario della CEI, ha relazionato sullo stato dei lavori della Conferenza Episcopale. Premettendo che il processo di nullità di matrimonio deve essere il meno oneroso possibile per i fedeli, che è necessaria una migliore e più uniforme organizzazione dei tribunali e che devono essere salvaguardati i principi legalistici del diritto del lavoro di tutti gli operatori coinvolti, compresi gli avvocati liberi professionisti, ha evidenziato che al momento la CEI sembra orientata a confermare la presenza dei patroni stabili in tutti i tribunali con accesso libero, e quindi non vincolato al reddito, salvaguardando peraltro il diritto della parte a scegliersi liberamente un patrono di fiducia, figura che continuerà a garantire la difesa anche nei casi di gratuito patrocinio concesso dopo la presentazione del modello ISEE. Sostanzialmente una conferma dell’attuale prassi di alcuni dei tribunali italiani.

 

Tale orientamento si scontra peraltro con la penuria di risorse economiche di sempre più difficile reperimento.

Particolarmente interessante, e necessaria di ulteriore riflessione, l’osservazione circa la diminuzione complessiva del numero di cause da quando i costi processuali sono stati abbattuti ed è stata istituita la figura del patrono stabile.

 

Il prof. Arroba Conde, ricordando la sua partecipazione ad entrambi i sinodi sulla famiglia, ha con forza sottolineato come l’avvocato, e in specie il patrono di fiducia, sia espressione di sinodalità e corresponsabilità. In questa duplice ottica, quindi, l’avvocato di fiducia ha diritto ad un giusto onorario, che gli permetta, oltre ad una vita dignitosa, il massimo della competenza e della professionalità, necessaria garanzia di vera pastoralità.

 

Circa l'honesta mercede dell'avvocato il prof. Arroba ha proposto un interessante riflessione esaminando il rapporto tra il compenso annuo percepito dal giudice rispetto al numero di cause decise in dodici mesi. A fronte di questi conteggi, correlati con l'attività svolta dagli avvocati, liberi professionisti, ne risulta che gli attuali parametri CEI relativi alle parcelle degli avvocati sono sicuramente in linea con un principio di giusto compenso tenuto conto che, oltre al mantenimento della propria famiglia, l'avvocato deve sostenere le ordinarie spese per la gestione dello studio legale.

Suggerisce inoltre che al patrono stabile, figura d’altra parte non assolutamente necessaria in Italia, siano affidate le cause di gratuito patrocinio, mentre gli avvocati di fiducia, in spirito di servizio, si facciano carico gratuitamente delle consulenze previe. A tal proposito ha ricordato che la richiesta di gratuità nei due Sinodi sulla Famiglia aveva riguardato solo e soltanto questa fase extragiudiziale.

Galleria fotografica del convegno

Mons. Giuseppe Baturi  relatore al convegno.

Il Prof. Manuel Jesus Arroba Conde relatore al convegno.

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